Oggi ti voglio parlare del piano individuale pensionistico, o PIP, come amano chiamarli i giornali.
Sono una delle opzioni possibili per la previdenza complementare in Italia e dovrebbero essere, almeno nelle intenzioni di chi li ha introdotti per legge, una valida alternativa ai piani pensionitici chiusi e ai piani pensionistici aperti.
Dato che spesso le informazioni che puoi trovare in giro (o anche in banca) su questo tipo di strumenti sono volutamente confuse e confusionarie, ho deciso di preparare per te una guida che ti spieghi passo per passo:
- Quali sono gli eventuali vantaggi e gli eventuali svantaggi di questa opzione.
- Quando è il caso di ricorrervi come via principale per una pensione integrativa.
- Quanto c’è poi effettivamente da pagare, perché come amo ricordarti ogni volta, con ogni forma di risparmio gestito, c’è da pagare il gestore, per via diretta o per via indiretta.
Se vuoi saperne di più sui PIP, piani individuali pensionistici, sei nel posto giusto.
Indice
- Che cosa è il piano individuale pensionistico?
- Tipologie di investimento offerte dal PIP
- Come versare al PIP
- Possibilità di cambiare tipo di fondo entro 2 anni
- C’è risparmio fiscale con il piano individuale pensionistico?
- I costi del piano individuale pensionistico
- Accesso al capitale, riscatto del capitale accumulato
- Che succede al piano individuale pensionistico se perdi il lavoro?
- Conviene sottoscrivere i PIP?
- Per chi sono adatti i PIP?
- Entra a far parte del Club Supercoin. E’ Gratis!
Che cosa è il piano individuale pensionistico?
I PIP, a dispetto del nome, sono dei piani assicurativi personali, che hanno dunque un funzionamento che è completamente diverso da quello dei fondi pensione.
Sono in tutto e per tutto polizze assicurative unit-linked, ovvero il cui rendimento è legato al rendimento di fondi comuni di investimento, che sono gestiti dalle compagnie assicuratrici secondo regole non sempre precise e spesso e volentieri molto confuse.
È possibile aderire, al contrario di quanto avviene per i fondi pensione, soltanto per via individuale, e dunque l’azienda non potrà mai proporvi l’adesione ad un PIP, come succede appunto per gli altri prodotti di previdenza complementare.
Chi può aderire al piano individuale pensionistico?
Praticamente tutti, dato che non è prevista l’adesione collettiva. Puoi aderire sia come lavoratore dipendente, sia invece come libero professionista, senza alcun tipo di differenza.
Tipologie di investimento offerte dal PIP
Quando inoltre aderisci ad un PIP, sarai posto davanti ad una triplice scelta: potrai infatti decidere di operare con un PIP conservativo, che limita al minimo il rischio degli investimenti del fondo collegato, con una strategia invece bilanciata, e dunque ritagliata su un profilo medio, e una strategia aggressiva, che punta a portare a casa rendimenti più alti rischiando di più di quanto conferisci al PIP.
Siamo davanti dunque ad una forma di investimento vera e propria, piuttosto che ad una forma di previdenza complementare: dovrai scegliere accuratamente il tuo profilo di rischio e decidere di conseguenza sulla strategia da adottare.
Come versare al PIP
Ci sono in realtà due modalità differenti per aderire al PIP, ovvero due modalità differenti per scegliere la modalità di conferimento:
- Puoi aderire con il TFR, e dunque imponendo alla tua azienda di versare l’accantonamento mensile del TFR direttamente al fondo pensionistico PIP;
- Puoi aderire con una somma libera da versare mensilmente, ed è una forma sicuramente più libera.
Possibilità di cambiare tipo di fondo entro 2 anni
Entro 2 anni dalla sottoscrizione del PIP avrai la possibilità di scegliere di cambiare strategia, nel caso in cui quella che hai scelto non dovesse essere in linea con quanto ti si addice.
Successivamente ai due anni non è più possibile cambiare profilo e dunque operare con un cambio di profilo.
C’è risparmio fiscale con il piano individuale pensionistico?
Una delle questioni più vantaggiose per i PIP, condivisa poi con i fondi comuni per le pensioni, sono i vantaggi di carattere fiscale.
Hai fondamentalmente due tipi di vantaggi:
- Puoi Dedurre dalle tasse e dall’imponibile i contributi che hai versato liberamente.
- Avrai una tassazione più leggera sulla pensione integrativa che andrai a percepire.
Per quanto riguarda il primo punto, ovvero sulla deducibilità dei contributi che hai versato, hai un tetto massimo di deducibilità dall’imponibile di 5.164 euro.
Si tratta di una somma importante, che per molti contribuenti, anche tra i liberi professionisti, ti permette di andare a risparmiare parecchio su quanto verrai tassato.
Per quanto riguarda il secondo punto, hai una tassazione al 15%, contro il 20% che è invece riservato ad altri tipi di reddito da capitale. Ulteriormente, puoi scalare lo 0,30% per ogni anno di adesione al piano individuale, sempre a livello contributivo, per un massimo di 20 anni, e dunque per un risparmio ulteriore del 6%, da calcolarsi per ogni anno di contribuzione successivo al quindicesimo.
Si tratta di un vantaggio importante, a patto che però tu sia in grado o comunque voglia mantenere questo tipo di investimento per periodi così lunghi.
I costi del piano individuale pensionistico
E arriviamo alla nota dolente di questo tipo di strumento, che è un pò la nota dolente di ogni tipo di investimento di questo tipo, ovvero per ogni tipo di investimento gestito da terzi, anche se, come avremo modo di vedere insieme, si tratta di commissioni addirittura più alte rispetto a quelle dei fondi pensione aperti o chiusi.
Parliamo infatti di costi che sono in linea con quelli dei fondi comuni di investimento a gestione attiva, ovvero di costi che superano, tra commissioni di gestione e sull’eventuale guadagno, oltre l’1,5% l’anno mediamente. Questo vuol dire che a parità di rendimento, ti troverai a pagare una somma altissima sia in termini assoluti, sia in termini percentuali.
Che accade al tuo denaro una volta che entra in un PIP? Viene investito tramite fondi gestiti, e a prescindere dal rendimento la società di gestione designata, finirà per mettersi in tasca la somma media che ti ho appena detto. Non un grande affare, vero?
Accesso al capitale, riscatto del capitale accumulato
Per rientrare in possesso della somma versata, dovrai attendere il momento della pensione.
Ci sono comunque casi in cui possiamo ricevere un anticipo parziale, casi che sono strettamente elencati dalle norme in materia di PIP e che sono le medesime per qualunque Piano Individuale Pensionistico tu abbia deciso di sottoscrivere:
- Puoi richiedere il 50% del capitale versato nel caso di cassa integrazione o messa in mobilità.
- Puoi richiedere il 50% anticipato anche nel caso di disoccupazione, ma dovrai farlo dopo almeno 1 anno di persistenza della dissoccupazione stessa. Non potrai chiedere alcun tipo di prelievo anticipato, inoltre, passato il quarto anno. Hai dunque a disposizione uno spazio temporale dal primo al quarto anno (incluso) di disoccupazione per richiedere il 50% anticipato di quanto hai versato.
- Puoi anche richiedere il 30% libero, senza alcun tipo di vincolo o di caso specifico, soltanto però dopo aver versato il premio per almeno 8 anni.
Per quanto riguarda invece il riscatto totale di quanto hai versato al PIP, hai diverse opzioni:
- Se sei disoccupato da più di 4 anni.
- Se hai perso la capacità lavorativa a causa di invalidità permanente.
- Se vieni a mancare e dovranno riscattare gli eredi.
Al di fuori di questi casi specifici, non ti sarà possibile ritirare in parte o in totale il capitale che hai versato verso il PIP.
Si tratta dunque di una forma di previdenza poco elastica, e se stavi pensando di utilizzare il PIP come surrogato di un piano di investimenti, sappi che nessun piano di investimento, a prescindere da quali possano essere le modalità che sceglierai, ti terrà vincolato in termini così stringenti.
Se non sei sicuro della somma che andrai a versare, per capirci, ovvero se non sarai sicuro che non ti servirà più nel futuro, meglio lasciar perdere e dedicarti ad un altro tipo di prodotto.
Che succede al piano individuale pensionistico se perdi il lavoro?
Assolutamente niente. Potrai infatti continuare ad essere iscritto e riprendere a versare una volta che avrai trovato un nuovo lavoro.
Il PIP non è legato in alcun modo alla professione che stai svolgendo e dunque anche in caso di cambio di datore di lavoro o di mansione nulla accadrà al tuo piano individuale pensionistico.
Lo stesso vale anche nel caso in cui tu dovessi cambiare lavoro direttamente, senza periodi di disoccupazione. Trattandosi di un sistema che è a contribuzione libera, potrai muoverti come meglio credi.
Conviene sottoscrivere i PIP?
Nì, o meglio, dipende dalle tue condizioni e dalle tue necessità.
Il vantaggio più rilevante per chi sottoscrive questo tipo di piani è quello di carattere fiscale, vantaggio che però matura appieno soltanto nel caso in cui tu fossi in grado di contribuire per almeno 35 anni, un orizzonte temporale molto lungo, che rende il PIP vantaggioso esclusivamente per chi comincia da giovane.
Rimangono tutte le perplessità inerenti alle forme di risparmio gestite: ci sono costi collegati molto alti, che vanno ad erodere i possibili vantaggi che si possono ottenere anche tramite gli sgravi fiscali previsti per i PIP. I costi li superano ampiamente e rendono questo prodotto relativamente poco vantaggioso.
Ultima avvertenza è quella di tenere ben separate, mentalmente e fisicamente, le due categorie prodotto assicurativo e prodotto di risparmio o investimento:
- Il prodotto assicurativo ti serve per metterti al riparo da eventi imprevisti e, nel caso in cui questi dovessero verificarsi, a darti gli strumenti e le sostanze per affrontarli.
- Il prodotto di investimento o di risparmio invece serve per far crescere il tuo capitale, ed è direttamente proporzionale, come risultato, a quanto andrai a versare.
I prodotti che sono in realtà prodotti assicurativi ma si propongono come investimenti, sono sempre o quasi un pessimo affare.
Come nel caso dei PIP, che magari non saranno una totale perdita di tempo e denaro, ma devono essere comunque considerati non un grandissimo affare per te che vuoi utilizzarli.
Per chi sono adatti i PIP?
C’è però almeno una categoria di risparmiatori e di lavoratori che può giovarsi di questo tipo di prodotti: parlo dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato, magari assunti presso un grande gruppo o una grande azienda.
Parliamo di una categoria che vuole orientarsi verso un prodotto che rende al massimo sul lunghissimo periodo (parliamo di 35 anni per ottenere i massimi benefici fiscali) riuscendo ad ottenere benefici fiscali importantissimi, che, a parità di rendimento tra questo e un fondo comune, farebbero loro mettere in tasca oltre il 10% in più.
Se non fai parte di questo specifico identikit, meglio orientarti verso altri tipi di prodotti, prodotti che possono farti guadagnare di più e renderti comunque più libero nella gestione dei tuoi risparmi, soprattutto sul medio e lungo periodo.
Cerchi una ulteriore forma di investimento? Trova la soluzione che fa al caso tuo dando una occhiata alla mia sezione sugli investimenti!
Entra a far parte del Club Supercoin. E’ Gratis!
Ottieni l’accesso a contenuti esclusivi via mail e qui sul sito con consigli pratici e immediatamente applicabili sui soldi.
Clicca qui sotto e rispondi a poche semplici domande.