investire polizza vita

La polizza vita è una complessa categoria di assicurazioni, che mantiene però spesso soltanto la forma del contratto di assicurazione e diventa a tutti gli effetti uno strumento di investimento.

Esistono moltissime tipologie di polizze vita e alcune ormai hanno perso qualunque tipo di legame con quello che era il loro proposito originale: contratti estremamente complessi, che sono però particolarmente difficili da comprendere soprattutto data la sopravvenuta complessità, che li ha trasformati negli strumenti di investimento di gran lunga più complessi da comprendere nel loro funzionamento più intimo.

Vedremo insieme dunque cosa sono le polizze vita in caso di vita, in caso di morte, cosa sono le unit linked, quando e perché conviene ricorrervi, quali sono i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di soluzioni.

Iniziamo subito!

La polizza vita “Caso Vita”

La polizza vita in caso di vita è una polizza che ha perso quasi completamente la sua caratteristica di strumento assicurativo e si è trasformata in un vero e proprio strumento di investimento.

Si può tranquillamente assimilare dunque agli altri strumenti di risparmio, anche se il funzionamento, prima di affidare i nostri capitali appunto a questo specifico strumento, va sicuramente indagato ulteriormente.

I tre tipi di polizza vita “Caso Vita”

All’interno di questa specifica categoria possiamo ulteriormente andare a dividere le polizze in tre categorie principali:

  • abbiamo le polizze a rendita immediata: l’assicuratore versa il premio all’inizio del rapporto e da qui in avanti comincia a percepire un vitalizio, ovvero un corrispettivo mensile fino alla morte dell’intestatario.
  • abbiamo le polizze a rendita differita: si tratta di strumenti che invece cominciano ad offrire emolumenti a patto che il soggetto sia ancora in vita alla data prestabilita sul contratto.
  • abbiamo invece anche le polizze a capitale differito: in questo caso si riceverà il capitale, con gli interessi maturati, alla scadenza, sempre però a patto che il soggetto che ha stipulato il contratto sia ancora in vita;

Spesso alla seconda e terza opzione sono anche associati degli anticipi, ovvero la possibilità di avere dei prestiti sulla polizza sottoscritta, nel caso in cui l’intestatario ne abbia bisogno. L’assicuratore ha tutto l’interesse ad erogare la somma, in quanto è ovviamente garantita da un capitale già presente e già versato.

In aggiunta il contratto può anche prevedere la possibilità di riscatto e/o liquidazione anticipata.

Si tratta della possibilità di ricevere indietro in parte o in totale il premio versato, possibilità che in genere viene riservata però soltanto a partire dal terzo anno di età della polizza stessa. Sono spesso previste delle penali, che vanno sottratte al capitale da restituire.

Conviene investire nelle polizze vita “caso vita”?

A prescindere da quello che potrebbe sembrare e da quello che vi propone il vostro assicuratore, difficilmente le polizze vita in caso di vita sono un buon strumento di investimento.

Hanno infatti negli anni assunto la forma di veri e propri fondi assicurativi, con i broker della compagnia assicurativa che preparano pacchetti con diversi profili di rischio e diversi possibili ritorni sull’investimento.

A contribuire però ad un quadro particolarmente fosco per quanto riguarda l’utilizzo delle assicurazioni vita in caso vita ci sono altri tipi di problemi:

  • sono strumenti molto cari, nel senso che in genere le commissioni sono elevate e possono erodere il capitale più di quanto questo sia accresciuto dagli interessi e dagli investimenti che la compagnia ha svolto con i nostri capitali.
  • l’alea è importante e in caso di morte improvvisa, che dunque non ha dato la possibilità di ottenere dei riscatti almeno parziali, si andrebbe a perdere tutto il capitale versato.

Si tratta di strumenti che dunque sono molto simili agli investimenti in fondi che però al tempo stesso non ne garantiscono la stessa flessibilità: le quote non si possono vendere.

Le polizze temporanee caso morte

Completamente diverso invece il discorso che riguarda le polizze temporanee caso morte. In questo caso siamo davanti ad un vero e proprio contratto assicurativo, che difficilmente può comportarsi da strumento finanziario.

La modalità tipica di esplicazione di questo tipo di assicurazione è quella che vede il pagamento di un premio, in genere periodico, che verrà restituito o in forma di versamenti mensili oppure come unica soluzione nel caso in cui il soggetto muoia.

Mentre si sottoscrive il contratto di assicurazione caso morte, si devono andare a scegliere:

  • la durata: può essere di 10, 20 o 30 anni, anche se sono cominciati a comparire sul mercato strumenti che hanno durate anche intermedie oppure più lunghe.
  • I beneficiari: nel caso di morte sopravvenuta del soggetto che ha stipulato il contratto di assicurazione, dovremo andare ad individuare quali saranno i soggetti che godranno del capitale maturato, che si tratti di versamento mensile per un periodo prestabilito di tempo oppure di un versamento in soluzione unica.

Si tratta dunque di strumenti assicurativi autentici e non di strumenti di investimento o di risparmio.

A chi convengono le polizze caso morte?

Le polizze caso morte sono uno strumento che è utile per chi avverta il bisogno e la necessità di offrire alla propria famiglia una continuazione del benessere economico di cui avevano goduto, ma non sono assolutamente da considerarsi uno strumento di investimento, in quanto sebbene i ritorni possano essere interessanti (soprattutto con la scelta di determinati prodotti), il loro incasso è comunque legato al verificarsi dell’evento morte, che potrebbe (e si spera, verrebbe da dire), verificarsi dopo il termine di durata del contratto stesso.

Si tratta dunque di un contratto di assicurazione in tutto e per tutto e che non presenta prospetti interessanti per l’investitore.

Le polizze vita unit linked

Le polizze vita di tipo unit linked sono una delle ultime novità che i mercati finanziari e i promotori hanno preparato per i risparmiatori.

Si tratta di una polizza vita il cui contenuto speculativo è estremamente alto: il premio che viene versato, che può essere corrisposto sia in soluzione unica in genere, sia invece in soluzione periodica (al mese, a trimestre, a semestre o su base annuale) viene infatti investito in quote di fondi di investimento, in genere a base di azioni.

Il rendimento della polizza in questo caso diventa dunque direttamente collegato con quello del fondo stesso, presentando dunque le stesse medesime problematiche degli investimenti sui fondi speculativi, immobiliari, etc.

Nelle polizze unit linked non sono presenti in genere garanzie sul capitale, che nel caso in cui il fondo dovesse performare peggio di quello che ci si aspettava, potrebbe anche essere restituito in misura inferiore di quanto versato.

È dunque una forma di investimento ad alto rischio, senza alcuna garanzia per il capitale e che per motivi che francamente sfuggono ad ogni persona dotata di buonsenso, vengono trattati diversamente dai fondi secondo il nostro ordinamento e anche secondo gli ordinamenti degli altri paesi occidentali.

Ci sono dei vantaggi nello scegliere la formula della polizza assicurativa (che in realtà polizza non è) rispetto all’investimento diretto nel fondo?

Perché scegliere una polizza assicurativa invece degli altri strumenti di investimento?

Con quello che abbiamo detto finora sembrerebbe che non ci sia alcun buon motivo per andare a scegliere una polizza vita al posto degli altri strumenti di investimento.

In realtà tutte le polizze, anche le unit linked, presentano due caratteristiche che il nostro ordinamento riserva appunto alle polizze assicurative, a prescindere dalla tipologia, dal conferimento del capitale, delle modalità di accrescimento dello stesso:

  • l’assicurazione sulla vita non può essere pignorata
  • l’assicurazione sulla vita non può essere sequestrata

Sono però dei privilegi che sono riservati ai casi di cause civili o di titoli esecutivi sempre appartenente alla sfera civile dell’ordinamento.

La Corte di Cassazione ha infatti ribadito più volte che nel caso di responsabilità penale, i procedimenti possono andare ad attaccare il patrimonio conservato per tramite dell’assicurazione sulla vita.

Anche i casi di evasione fiscale, con conseguente condanna del titolare della polizza, possono rendere le assicurazioni sulla vita attaccabile.

Non si tratta dunque di una “immunità totale”, come spesso vorrebbero farci intendere i promotori finanziari.

Siamo davanti piuttosto ad un tipo di strumento che ci tutela dalle aggressioni degli eventuali creditori o dei risarcimenti danni in sede civile.

Un discorso a parte va fatto invece per il fallimento: in questo caso persiste infatti l’impignorabilità, anche se tramite l’azione revocatoria fallimentare degli atti eseguiti dal fallito, si possono andare ad invalidare gli atti compiuti da questo, comprese le sottoscrizioni delle polizze.

L’impignorabilità della polizza vita inoltre decade quando sia chiaro ed evidente che il soggetto ha sottoscritto appunto la polizza per ridurre il valore del proprio patrimonio e dunque rendere più difficile per il creditore rifarsi sullo stesso.

Il vantaggio della possibilità di recesso

Altro aspetto interessante delle polizze rispetto a quelli che sono invece gli strumenti di investimento e risparmio diretto, è la possibilità di poter recedere entro 30 giorni dalla sottoscrizione e talvolta, a seconda del tipo di contratto specifico che è stato stipulato, anche durante lo svolgimento del contratto stesso.

L’opportunità in questione non è in alcun modo consentita nel caso in cui invece si investa in strumenti tradizionali di investimento: in quel caso infatti dovremo andare a vendere lo strumento sperando di ricavare quantomeno quanto avevamo speso per aggiudicarci il titolo.

Il problema, enorme, dei costi delle assicurazioni sulla vita

Le garanzie, in verità poche, che le assicurazioni sulla vita concedono, si pagano a carissimo prezzo.

Secondo infatti le statistiche redatte ogni anno dagli specialisti degli investimenti, le assicurazioni sulla vita, si che siano in caso vita sia che siano invece in caso vita, sono tra gli strumenti di investimento più costosi attualmente in circolazione:

  • sono alte le commissioni fisse
  • sono alte le commissioni di gestione
  • soprattutto per gli investimenti ad alto rischio, sono alte anche le commissioni variabili

Il tutto risulta in costi che sono sicuramente più elevati degli strumenti tradizionali, anche di quelli, altissimi, di strumenti come ad esempio gli hedge fund.

Un pessimo modo di investire

Il parere degli investitori esperti sembra essere unanime per quanto riguarda le assicurazioni sulla vita come strumento di investimento.

Si tratta di uno strumento:

  • caro: le commissioni nel complesso sono tra le più alte di tutti i tipi di strumenti
  • rischioso: spesso non si ha neanche modo di capire che tipo di titoli abbia in pancia il nostro pacchetto assicurativo
  • con alea incrementata dalla possibilità che l’evento non si verifici
  • a bassa possibilità di controllo della composizione del portafoglio (dato che in genere si può passare solo da un pacchetto ad un altro e non si possono ovviamente gestire le composizioni dei fondi)
  • a ritorni non garantiti
  • ad alto profilo di rischio, che non è affatto giustificato dai ritorni, spesso molto esigui

La possibilità di riscatto è una falsa opportunità

Tra i lati positivi delle assicurazioni rispetto agli investimenti, i nostri lettori più attenti avranno notato che non abbiamo affatto citato la possibilità di riscatto anticipato.

Esiste in quasi tutti i prodotti di questo tipo, anche se è una curiosissima funzione che riesce in qualcosa che, prima di studiare per bene le assicurazioni, non avremo mai immaginato come possibile.: il riscatto non conviene mai.

Le penali per il riscatto sono sempre alte a sufficienza da rendere l’operazione enormemente svantaggiosa per l’investitore, che nella stragrande maggioranza dei casi si ritroverà addirittura a ritirare un capitale che è più basso di quanto versato, dimenticandosi inoltre completamente di eventuali emolumenti maturati nel periodo di investimento.

Chi volesse procedere con un riscatto dovrebbe:

  • farsi fare un preventivo dall’assicurazione per il riscatto, al netto dei costi e delle penali.
  • evitare di riscattare negli ultimi 5 anni della polizza, dato che nonostante sia vero che può convenire (nel senso di portare a casa un capitale finalmente maggiore di quello investito), andremo a perdere la parte più consistente degli interessi, che in genere maturano proprio in questo periodo.
  • ricordarsi che può procedere a sospendere i versamenti.

Inoltre sarebbe bene sempre ricordarsi che abbiamo in ogni caso 30 giorni dalla sottoscrizione per recedere completamente dal contratto e senza alcuna penale.

Anche nel caso in cui avessimo dunque commesso un errore e avessimo sottoscritto la polizza senza pensarci troppo, potremo ricevere indietro tutto il capitale versato, senza alcun tipo di penale, cosa che la legge garantisce per ogni tipo di contratto assicurativo.

Chiamarle assicurazioni è una bufala

Chiamare assicurazione il contratto che lega un risparmiatore e un gestore di quelli che sono a tutti gli effetti dei fondi è una bufala bella e buona, che punta ad utilizzare il ben più rassicurante nome di “assicurazione” per proporre invece strumenti di investimento ad altissimo rischio, che spesso non rendono neanche in base al rischio che si dovrà andare ad affrontare.

Chiudiamo ricordando che si tratta di strumenti dai quali si dovrebbe rimanere lontani anche e soprattutto nel caso in cui la nostra propensione al rischio fosse bassa: non sono strumenti a capitale garantito in genere, quando lo sono offrono rendimenti tali da rendere praticamente nullo l’investimento, non avremo alcun controllo sul nostro patrimonio e dovremo, nel caso, impelagarci in lungaggini burocratiche nel caso in cui dovessimo avere il bisogno di riscattare il nostro premio.

Meglio guardare altrove, soprattutto se si ha una propensione al rischio elevata e si ha dunque la possibilità di organizzare investimenti anche complessi, con ritorni potenzialmente molto interessanti.

Guarda la nostra sezione relativa agli investimenti per capire quali strumenti sono più adatti al tuo profilo di rischio.


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