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Prima di versare anche soltanto un euro presso un istituto bancario, è più che ragionevole chiedersi il livello di solidità dell’istituto stesso per non rischiare di incappare in una delle banche a rischio del nostro Paese.

È per questo che oggi mi occupo insieme a te delle banche a rischio in Italia, partendo dall’analisi di quelli che sono i fattori che indicano la solidità di un istituto, per poi analizzare la situazione di tutti i principali gruppi che operano nel nostro paese.

Se stai per aprire un nuovo conto, vuoi per risparmiare, vuoi per investire, questa guida ti tornerà sicuramente utile.

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La solidità delle banche è una questione decisamente spinosa, che affronteremo insieme nella guida di oggi: se vuoi saperne di più sei decisamente nel posto giusto, soprattutto alla luce della crisi del settore che ha coinvolto in Italia diversi istituti, e in Europa anche i più insospettabili (pensiamo al caso di Deutsche Bank, in una spirale di crisi che sembra senza fine).

E parlerò anche di Crediti Cooperativi e locali, quelle banche che sembrano, per capitalizzazione e per qualità dei crediti, quelle più in difficoltà al momento.

Vediamo insieme cosa c’è da sapere sulle banche a rischio e se è il caso o meno di preoccuparsi per le sorti economiche e finanziarie del nostro Paese.

Cosa si intende per banche a rischio?

Possiamo parlare di banche a rischio quando abbiamo davanti un istituto che ha in bilancio crediti inesigibili (ovvero impossibili da riscuotere) o la cui riscossione sia particolarmente difficoltosa.

La qualità del credito non è però soltanto, come avremo modo di vedere più avanti, l’unica discriminante. Ci sono infatti altri fattori, come:

  • La qualità degli investimenti in cui è impegnata la banca.
  • Il profilo patrimoniale.
  • La capitalizzazione.
  • La solidità di azionisti e management.

Scegliere una banca che sia davvero solida e che non corra rischi particolari è una questione da specialisti, ma questo non vuol dire che tu non possa scegliere, anche se non sei un esperto, un istituto che sia davvero affidabile.

La questione del bail in: se hai più di 100.000 euro la banca a rischio è un tuo rischio

Chi segue Supercoin sa bene che chi ha depositi e conti per meno di 100.000 euro è tutelato in modo completo dal Fondo Interbancario di Garanzia, un fondo che è in grado di operare a tutela completa dei capitali versati sotto quella soglia per conto e per correntista e dunque di coprire eventuali ammanchi di un istituto bancario che debba essere in condizioni di particolare difficoltà.

Avere più di 100.000 euro presso la stessa banca non è un rischio soltanto perché la parte eccedente i 100.000 euro non è coperta da tale fondo, ma anche perché le nuove norme per il cosiddetto bail in individuano nei correntisti con più di 100.000 euro sul conto i primi responsabili e le prime fonti di aiuto per una banca a rischio.

Nel caso di eventuale difficoltà infatti le banche sono autorizzate a prelevare forzosamente dai conti e dai depositi che sono superiori ai 100.000 euro. Si tratta di una innovazione importante nel settore: non sono più soltanto gli azionisti infatti a rispondere di eventuali ammanchi, ma anche i correntisti.

In una situazione del genere, una banca a rischio, una banca che dovesse dimostrarsi poco solida o comunque non solida abbastanza è un rischio per chiunque vi abbia rapporti.

Sono norme che da un lato hanno sollevato un polverone di proporzioni epiche, dall’altro hanno spinto in moltissimi ad abbandonare istituti barcollanti in favore di istituti che sono decisamente più forti e sicuri.

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L’intervento dello Stato sulle banche a rischio default

Il governo, di qualunque colore esso sia, ha una particolare attenzione per le banche, in quanto vengono ritenute imprese il cui eventuale fallimento può innescare una reazione a catena in grado di portare giù l’intera economia nazionale.

È per questo motivo che i diversi governi sono già intervenuti a tutela e a salvataggio di istituti come:

  • Banca delle Marche
  • Banca Etruria
  • CariChieti
  • CariFerrara

Sono 4 istituti che si sono avvicinati al fallimento e che sono state le prime ad essere oggetto di bail in, ovvero di salvataggi, parziali, con un piano che è stato approvato anche dalla BCE e dalla UE.

Il procedimento eseguito è stato quello di far nascere 4 nuove banche con in pancia i crediti esigibili e di valore, lasciando da parte i crediti inesigibili che avevano portato alla sofferenza della banca.

Tutti i crediti deteriorati sono stati dunque affidati a quella che in gergo è chiamata bad bank, ovvero una banca che si prende carico di tutti i titoli spazzatura accumulati negli anni da questi istituti.

La sorveglianza e lo stress test UE

L’ultima crisi finanziaria ha spinto UE e BCE ad intervenire pesantemente a livello di controlli sul settore, con uno stress test che, prendendo come fattori diversi valori che riguardano l’attività della banca, è riuscita a determinarne la solidità della stessa.

Si è partiti già dal 2014, con ben 9 su 25 dei principali istituti italiani che sono stati bocciati alla prima tornata. Poi nel 2015 sono diventate soltanto 2 quelle a non passare il test, e nel 2016 invece tutti gli istituti sottoposti al vaglio della BCE hanno passato il test.

Ci sono però diversi istituti che continuano ad essere sotto stretta vigilanza della BCE. Tra le banche a rischio e quindi controllate praticamente giorno per giorno dalla BCE troviamo:

  • Banco Popolare
  • Barclays
  • Bper
  • BPM
  • Carige
  • Credem
  • MedioBanca
  • Popolare di Vicenza
  • Veneto Banca
  • Ubi

Il fatto di essere sotto stretto controllo da parte della BCE non vuol dire che si tratti necessariamente di banche a rischio default/fallimento, anzi.

Vale la pena però di seguire le evoluzioni di questa vicenda, soprattutto tenendo conto del fatto che le banche sottoposte a questo tipo di vigilanza perdono almeno in parte la loro autonomia amministrativa.

Non ti sto dicendo di starne necessariamente alla larga, ma di evitare, almeno per il momento e, date anche le regole valide per il bail in in Italia, di versare capitali che siano superiori ai 100.000 euro sui conti presso queste banche, pena il mettere a rischio la parte eccedente e rischiare al tempo stesso di essere, in caso di difficoltà, oggetto di prelievi forzosi.

L’amministrazione straordinaria da parte della Banca d’Italia

Oltre alla BCE si aggiunge anche la Banca d’Italia come ente di vigilanza straordinaria, che in tre diversi casi negli ultimi tempi è intervenuta con una procedura di amministrazione straordinaria per alcuni istituti. Gli istituti attualmente coinvolti sono:

  • Banca Sviluppo Economico
  • BCC Cittanova
  • Istituto per il Credito Sportivo

Anche in questo caso, come ti ho spiegato poco fa in relazione alle procedure della BCE di controllo, non si intende fallimento automatico per le banche; anche se, nel caso di intervento della Banca d’Italia, siamo davanti a procedure più gravi e che limitano in modo più significativo l’autonomia del gruppo bancario.

Si tratta quindi di una situazione sicuramente non idilliaca, ma che è ancora molto lontana dal diventare irreparabile.

Le altre banche a rischio secondo la Banca d’Italia

Anche se non sono state ancora oggetto di procedura di amministrazione straordinaria, ci sono altre tre banche che versano in cattive acque e che sono state inoltre oggetto di interventi governativi nel 2017 per il salvataggio:

  • Monte dei Paschi di Siena: oggetto di un piano di salvataggio governativo da 5,4 miliardi di euro, con la banca che è finita sotto controllo pubblico fino al 2021 con una procedura che potrà essere ulteriormente estesa.
  • Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza: in questo caso le somme impegnate dal governo sono sicuramente meno importanti (parliamo di 4,7 miliardi di euro per 2 banche), con un fondo di garanzia ulteriore da 12 miliardi.

Quali sono i criteri giusti per scegliere una banca che non sia a rischio?

Ci sono diversi tipi di indici e di valori che puoi tenere in considerazione per scegliere una banca che sia effettivamente affidabile e che non sia a rischio.

Tendenzialmente ti sarà sufficiente analizzare due tipi di fattori:

  • CET1: è un valore che tiene conto della qualità degli investimenti e dei crediti in pancia all’istituto; viene espresso con un valore in percentuale, con il numero più alto che indica una maggiore affidabilità dell’istituto; una banca, per non essere a rischio, deve avere un CET1 di almeno l’8%.
  • Rating della banca: se invece vuoi fidarti più di agenzie terze e private, puoi controllare presso le principali agenzie di rating, il rating dell’istituto che ti interessa analizzare; i buoni istituti di credito hanno un buon rating, che in alcuni casi si può avvicinare a quello dei migliori Stati a livello mondiale per solidità delle finanze.

Tenendo conto di questi due fattori, l’università Bocconi (aggiungendo anche valori come il Tier 1 e il Total Capital Ratio), ha ritenuto come banche meno a rischio in Italia le seguenti:

  • Banca Mediolanum
  • Banco Popolare
  • BPER
  • Credem
  • Intesa San Paolo

Siamo davanti comunque ad una situazione più che tranquilla per questi istituti, che sono tutti al di sopra del 12% per il CET1, con Mediolanum che ha addirittura un CET1 di 20,40%.

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Gli altri fattori per valutare una banca

Il Tier 1 Capital è un altro dei fattori e dei valori importanti per andare a valutare la solidità di una banca.

Si tratta di un valore che va ad identificare quelle che sono le componenti principali del capitale di un istituto bancario, ovvero il capitale che può assorbire le perdite senza che vadano ad essere intaccati in alcun modo gli interessi di chi ha depositi in quell’istituto.

Il Tier 1 è un ottimo indice di solvibilità e si raggiunge tenendo conto di quello che è il capitale sociale, le riserve che sono indisponibili, gli utili che non sono stati distribuiti agli azionisti e che sono stati accumulati nel corso di tutta la vita della banca.

Tier 2 e Tier 3 prendono in considerazione altri tipi di fattori che, sebbene possano essere utili per valutare quella che è la solidità di un certo istituto bancario, non sono comunque fondamentali.

Sono cliente di una banca a rischio: che faccio?

Se hai già un conto o un deposito presso una banca a rischio puoi tendenzialmente fare due cose:

  • Spostare il tuo conto e i tuoi depositi presso un istituto che, tenendo conto dei fattori che ti ho illustrato in questa guida, possono essere considerate più sicure; finiresti per dormire sonni decisamente più tranquilli e non dovrai preoccuparti di eventuali default.
  • Mantenere il conto se hai meno di 100.000 euro: nel caso in cui tu dovessi avere meno di 100.000 euro di deposito presso l’istituto a rischio, saresti comunque coperto dal Fondo Interbancario di Garanzia e potresti dunque dormire, anche in questo caso, sonni tranquilli; non verresti coinvolto nelle procedure di bail in e in alcun modo dovresti preoccuparti anche delle più avverse delle sorti che potrebbero colpire la banca.

Proteggi i tuoi risparmi e i tuoi depositi muovendoti per quanto possibile per tempo.

Anche se i correntisti ci hanno raramente rimesso, almeno in Italia, è sempre meglio prevenire che curare, soprattutto quando si tratta dei tuoi sudati soldi. I fondi di garanzia, inoltre, in caso di crisi sistemica potrebbero non essere sufficienti a coprire tutte le eventuali sofferenze!

Bene, adesso che sai come evitare le cosidette banche a rischio default, non ti resta che leggere e scoprire la classifica dei più virtuosi istituti bancari italiani!


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3 COMMENTS

  1. complimenti per la chiarezza e semplicità dell’esposizione che risulta comprensibile anche a chi non tratta tali argomenti assai complicati.

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