Contratti swap

Gli swap sono dei contratti derivati dal funzionamento almeno all’apparenza complesso e che andremo per questo motivo a scomporre e analizzare, in ognuna delle sua parti, nella guida di oggi.

Nel contratto swap due parti si scambiano due strumenti. Questi strumenti che vengono scambiati possono essere, a conti fatti, qualunque tipo di attività economica, anche se nel grosso dei casi ci si scambiano dei cash flow, ovvero dei flussi di cassa.

Si tratta di una definizione, lo comprendiamo, particolarmente vacua, che diventerà sicuramente più chiara, iniziamo quindi subito.

L’oggetto dello swap

Come abbiamo detto in apertura, il contratto swap altro non è che un contratto tramite il quale le parti decidono di scambiarsi i flussi di cassa di due posizioni finanziarie.

Può essere il caso di tassi di interesse, di tassi di scambio sul mercato forex, di prezzi equity o anche di prezzi di alcune commodities (energetiche e non energetiche) e più in generale qualunque tipo di sottostante finanziario.

Il caso più comune è quello vanilla, ovvero la tipologia più comune di contratto swap è quello sui tassi di interesse, seguito subito a ruota dagli swap sulla valuta.

Come funzionano gli Swap Interessi

Per capire appieno il funzionamento dei mercati swap è necessario procedere con un esempio concreto.

Immaginiamo che FIAT abbia appena emesso 1 milione di euro di bond/obbligazioni a 5 anni, legate ad un tasso di interesse variabile, stabilito dal contratto in tasso EURIBOR + spread del 2,0%.

L’azienda ha deciso di ricorrere alla scelta di un tasso variabile in quanto non vi era alcuna possibilità di accedere a finanziamenti a tasso fisso, se non con spread sostanzialmente più alti.

FIAT vuole comunque tutelarsi nei confronti delle possibili variazioni al rialzo del tasso di interesse e trova sul mercato un gruppo di investitori disposti a pagare EURIBOR + 2,0% di spread a FIAT, a patto che questa si impegni a pagare il 6% annuo in cambio.

Abbiamo dunque a questo punto dell’accordo uno scambio di flussi di cassa:

  • FIAT riceverà dagli investitori EURIBOR + 2,00% e li verserà immediatamente ai detentori delle obbligazioni
  • Gli investitori nel titolo swap invece riceveranno il 6% annuo

Si tratta di un contratto SWAP assolutamente tipico e che permette a due aziende (FIAT e il gruppo di investitori/speculatori in questo caso) di scambiarsi in genere un interesse o un flusso fisso in cambio di un flusso variabile.

Una volta che abbiamo compreso le basi dell’accordo tra le due parti, procediamo ad illustrare cosa succede in seguito alle variazioni del tasso di riferimento del titolo bond.

  • primo scenario: il tasso EURIBOR aumenta in misura minore di 6% (interesse swap fisso) – spread (2,0%) – Euribor di partenza. In questo caso sarà stato poco conveniente per FIAT aver acquistato un contratto swap, in quanto dovrà pagare il 6,0% fisso agli investitori che sono controparte del contratto swap, ricevendo in cambio solo EURIBOR + 2,0%, che sarà inferiore al 6,0%.
  • Secondo scenario: immaginiamo che l’EURIBOR salga sopra il 4,0%. FIAT in questo caso dovrà dunque andare a pagare ai creditori un tasso superiore al 6,0% (ricordiamoci che lo spread era 2,0%), pagando però il 6% agli investitori del contratto swap e ricevendo indietro l’intera somma da versare ai creditori. In questo caso il contratto swap ha fruttato a FIAT (NuovoEuribor + 2,0%) – 6%

Una volta compreso, almeno a grandi linee, il funzionamento di un contratto swap, possiamo semplificare ulteriormente la questione.

FIAT, nel contratto di esempio che abbiamo scritto sopra, ha di fatto trasformato la sua obbligazione a tasso variabile in una obbligazione a tasso fisso, mettendosi al riparo da eventuali modificazioni del tasso stesso.

Perché si usano i contratti swap?

Nonostante siano utilizzati sempre di più in ambito speculativo, i contratti swap sono tra i derivati più usati dall’economia reale, tra quelli che per intenderci vengono utilizzati anche da aziende che hanno bisogno della loro funzione prima, ovvero di andare a proteggersi da eventuali variazioni del mercato, ovvero dagli spostamenti di valore a livello di tasso di interessi, di valuta, di costo delle materie prime.

In questo senso assomigliano, almeno per i risultati che vengono raggiunti, con i contratti futures, con la differenza che in genere però per i contratti swap ci sono due sottostanti e viene scambiata la differenza di flusso di cassa tra le stesse e non un autentico sottostante.

Gli altri tipi di contratti swap

Come abbiamo detto poco sopra, gli strumenti che vengono scambiati con i contratti swap non devono essere necessariamente a base di interessi. Ci sono infatti molti altri contratti swap, che svolgono la stessa identica funzione (proteggere una parte dai rischi eventuali di movimento del sottostante), nelle stesse identiche modalità.

I commodity swap

I commodity swap sono dei contratti che al posto di vedere uno scambio tra due diversi tassi di interesse, vede lo scambio di una materia prima a prezzo fluttuante (tipicamente il prezzo del petrolio, ma possono esserci anche altri tipi di materie prime come sottostante), contro invece un livello di prezzi lungo un determinato periodo di tempo.

Alla scadenza del contratto vengono liquidate le due posizioni, spostando tra le due parti solamente i margini. Si tratta di uno strumento molto simile al future, che però in questo caso può organizzare i pagamenti a mo’ di flusso e non solo tramite quelli che sono degli eventuali pagamenti a scadenza del contratto.

I currency swap / swap valutari

Si tratta di swap che sono importantissimi non solo a livello speculativo, ma che hanno visto tantissime volte dei soggetti istituzionali prendervi parte.

Il caso più famoso è stato quello della Cina, che ha sottoscritto degli swap currency con l’Argentina, dando una svolta alle casse del governo argentino e garantendogli una buona riserva di liquidità in valuta estera.

In questo caso le due parti si scambiano il tasso di interesse e pagamenti in debito denominati in valute diverse: può essere il caso di obbligazioni in dollari contro obbligazioni in euro, etc.

In questo caso le parti cercano di tutelarsi nei confronti delle variazioni di valore di questa o quella valuta, abbinandovi spesso anche le variazioni dei tassi di interesse.

Gli swap sul ritorno totale

Ultimamente, anche sulla piazza italiana, che è in genere una delle più lente a recepire le nuove forme contrattuali, ha cominciato a trovare spazio lo swap sul ritorno totale.

Si tratta di un particolare contratto che prevede non lo scambio tra un indice fisso e uno variabile, ma piuttosto tra il rendimento di un determinato titolo contro un tasso fisso.

Ad esempio si potrebbe avere un titolo swap nel quale una parte si accorda a pagare all’altra il rendimento del titolo FIAT su base mensile, contro pagamenti del 2% del capitale su base annua.

In questo modo la parte che versa il tasso fisso può avere flussi di cassa identici rispetto a quelli che avrebbe se detenesse davvero il titolo, pagando però soltanto la differenza tra i rendimenti e non impiegando capitali per andare a detenere il numero di azioni desiderato.

I contratti asset swap

Dopo i contratti vanilla swap, quelli che hanno come oggetto dello scambio un tasso di interesse fisso contro un tasso di interesse variabile, gli asset swap sono forse i più popolari. In questo caso però non ci si scambia un tasso fisso contro un tasso variabile, ma piuttosto i rendimenti di un titolo contro ad esempio un indice finanziario o borsistico.

I contratti asset swap vengono utilizzati nel caso in cui non volessimo farci carico del rischio del titolo in questione, ma piuttosto soltanto del suo andamento rispetto agli indici di riferimento o di altro indice: si tratta di uno degli swap più “hedge”, nel senso di più frequentemente utilizzati a scopo di tutela dell’esposizione del proprio capitale.

Conviene investire nei contratti swap?

I contratti swap sono contratti non standard, che vengono trattati in modo pressoché esclusivo sui mercati OTC, over the counter, ovvero i mercati non regolamentati.

Questo perché i contratti sono ovviamente tarati sulle necessità delle due parti, che potrebbero avere interesse a tutelarsi non verso variazioni standard (come potrebbe essere il caso del tasso euribor fisso e variabile), ma contro situazioni ben più complesse e soprattutto di grandezza e importanza finanziaria variabile.

Esistono dunque dei market maker, in genere banche e istituzioni finanziarie, che mettono a disposizione questo tipo di strumenti ad una particolare categoria di clienti la possibilità di accedere a questo tipo di mercato.

In genere in mezzo, tra i due negoziatori si trova la swap bank, ovvero l’ente che si comporta da clearing house e che quindi alla fine di ogni giornata liquida le differenze tra le due posizioni.

Un funzionamento che è dunque molto simile a quello degli altri mercati non regolamentati, che apre dunque ad un novero di rischi e di potenziali problematiche diverso (e del quale andremo a parlare tra pochissimo).

Può convenire utilizzare gli swap per andare a diversificare il proprio investimento e al tempo stesso andare a proteggere i propri capitali senza esporsi finanziariamente in misura eccessiva.

Trattandosi infatti di scambi di flussi di cassa o di rendimenti, in genere si dovrà coprire una frazione infinitesima del capitale di riferimento, permettendoci di proteggerci con poco denaro e poche garanzie di fronte ai movimenti del mercato avversi al nostro capitale.

L’uso degli swap contract non è però per niente facile, dato che sono contratti non standard (e che quindi potrebbero avere delle clausole complesse al loro interno) e scambi che spesso non sono di immediata comprensibilità.

Gli swap convengono però per chi scambia il tasso variabile con quello fisso, dato che si troverà ad ogni modo a pagare una quota fissa (e dunque pianificabile a bilancio) eliminando il rischio rappresentato dalla fluttuazione del tasso variabile.

Chi dovrebbe investire utilizzando i contratti swap?

I contratti swap dovrebbero interessare in maggior misura:

  • gli investitori in strumenti denominati in valuta esotica
  • gli investitori che hanno bisogno di fare hedge (ovvero protezione del capitale) senza spendere una fortuna
  • chi non ha accesso a liquidità/prestiti/titoli a tasso fisso vantaggioso nel proprio mercato di riferimento e può dunque scambiare il proprio tasso variabile e libero con un tasso fisso per tutta la durata dell’investimento
  • chi vuole provare a speculare sulle variazioni di tasso senza investire grossi capitali, ma soltanto coprendo le eventuali oscillazioni, operando con i contratti swap proprio come se si trattasse di una leva finanziaria

Quanto vale un contratto swap?

Calcolare il valore del contratto Swap è estremamente facile. Bisognerà infatti andare a calcolare:

Tasso fisso – tasso variabile= Swap

Nel caso del contratto di esempio che abbiamo riportato poco sopra, il valore del contratto swap è esprimibile in 6% – tasso EURIBOR – SWAP, ovvero immaginando un tasso EURIBOR del 2%, 6% – 2% – 2% ovvero 2% in totale sul capitale riportato.

Si tratta di uno strumento il cui funzionamento può sicuramente apparire complicato a chi vi si avvicina per la prima volta, ma che una volta compreso è di gran lunga il più facile da utilizzare dell’intero universo di strumenti derivati.

Il reverse swap, per semplificare le operazioni

In genere nel caso in cui le parti si accordino per interrompere il flusso dello swap prima del tempo, ovvero prima della scadenza naturale dello strumento, viene in genere emesso un reverse swap contract, ovvero un contratto che includa a parti inverse esattamente lo stesso swap del primo contratto.

In questo modo i flussi di cassa verranno annullati e non ci sarà necessità di registrare complicate operazioni finanziarie a livello di cassa e dunque di andare a pagare anche tasse su guadagni che in realtà non si sono realizzati.

IRS in Italia, come investire?

Gli Interest Rate Swap sono uno strumento che, almeno in Italia, continuano ad essere ad appannaggio esclusivo o quasi esclusivo di grandi aziende, che scambiano questo tipo di strumenti per tramite di una banca, che offre in genere ad alcuni e selezionati clienti la possibilità di intervenire in questo senso.

Esistono però sulle piattaforme internazionali di broking strumenti che permettono di investire negli swap senza investire somme eccessive, avendo come clearing house il broker stesso.

Ad ogni modo, non si tratta di strumenti di speculazione di facile accesso per il risparmiatore comune, soprattutto nel nostro paese. Si tratta di strumenti che, essendo OTC ovvero Over The Counter, sono in genere scambiati tra due investitori istituzionali, con le banche che potrebbero anche spezzettare i contratti per offrirne in partecipazione alla propria clientela.

Ultimamente hanno cominciato ad affacciarsi sul mercato anche mini-lotti di contratti swap che permettono anche al risparmiatore con capitali non enormi a disposizione di avere accesso a questo particolarissimo strumento di investimento.

Si tratta tuttavia di mercati particolarmente esotici, dei quali, come vedremo tra poco, si devono tenere debitamente in conto i rischi aggiuntivi.

Quali sono i rischi dei contratti swap?

Oltre ai rischi che sono insiti lo strumento e il suo sottostante, come potrebbero essere quelli di un movimento avverso rispetto a quanto avevamo preventivato, per quanto riguarda i contratti swap dobbiamo necessariamente tenere in conto il problema del rischio di controparte.

Nonostante le posizioni vengano liquidate giorno per giorno dalla clearing house, possiamo avere il rischio di vedere la controparte fallire e non essere più in grado di far fronte ai pagamenti di flusso. Si tratta di un’eventualità in realtà particolarmente rara, ma che a livello di mercati OTC deve essere sempre debitamente tenuta in considerazione.

Il rischio rispetto ad un investimento istituzionale dunque esiste, anche se ci si protegge al tempo stesso da un altro tipo di rischio, ovvero da un rialzo del valore del sottostante.

Se gli swap siano più o meno rischiosi del sottostante è una valutazione che fa svolta volta per volta, tenendo in debita considerazione quantomeno gli indici principali che indicano l’affidabilità di un investimento OTC:

  • solidità della clearing house
  • solidità finanziaria della controparte
  • volatilità del sottostante
  • tasso fisso premio da versare alla controparte: più è alto più ovviamente il nostro investimento è a rischio di essere poco vantaggioso

Tenendo conto debitamente di questi elementi, si può decidere con maggiore precisione quando sia il caso di intervenire sul mercato con un contratto swap (a prescindere dal tipo) e quando invece potrebbe essere più conveniente evitare di complicare ulteriormente la nostra posizione finanziaria.

I contratti swap, sebbene siano pensati infatti per proteggerci da eventuali movimenti avversi, aggiungono sicuramente un fattore di complessità al nostro portafoglio.

Se abbiamo già difficoltà a seguire i nostri investimenti, dovremmo sicuramente pensare bene se sia il caso o meno di intervenire con strumenti che aumentano il fattore di complessità in modo sostanziale.


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Laura Magistrale in Marketing e Comunicazione d’Impresa (2004) conseguita a pieni voti presso l’Università degli Studi di Torino e Master di II livello presso la Facoltà di Economia di Torino (2006). Scopri di più su Anna e la redazione qui

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