Sempre più spesso si sente parlare di Forex cos’è però non è chiaro a molti. Partiamo quindi definendo il ForEX (acronimo che sta per Foreign Exchange, ovvero scambio estero) un mercato all’interno del quale avviene la compravendita di valute e divise nazionali.
Il mercato Forex è decentrato, il che vuol dire che non esiste come nel caso della Borsa una struttura reale e virtuale che concentra gli scambi: ovunque ci sia scambio di una valuta per un’altra lì c’è il forex, dal negozio del piccolo cambiavalute alla grande banca internazionale. Anche se chi ha interesse a investire in questo particolarissimo mercato dovrà fare affidamento comunque ai centri in grado di convogliare il grosso degli ordini.
Il Forex rispetto agli altri mercati, che si tratti di mercati di contratti o di asset, ha delle particolarità che meritano sicuramente di essere analizzate, soprattutto se il nostro desiderio è quello di andare ad investire parti sostanziali del nostro capitale.
Come funziona il Forex?
Il Forex è un mercato virtuale all’interno del quale gli investitori si scambiano valuta. All’interno del forex può essere scambiata praticamente ogni divisa nazionale, anche la più esotica.
Non è però difficile comprendere perché le valute che hanno più mercato internazionale siano in realtà quelle che riescono a convogliare il grosso delle scommesse degli speculatori.
Le coppie più interessanti e dai volumi più alti sono infatti:
- EUR/USD o Euro contro Dollaro Americano
- EUR/CHF o Euro contro Franco Svizzero
- EUR/GBP o Euro contro Sterlina Britannica
- EUR/JPY o Euro contro Yen Giapponese
- USD/JPY, USD/GBP e Dollaro Americano contro le valute appena citate
Il mercato del forex è inoltre decisamente particolare in quanto gli scambi prevedono esclusivamente la moneta come sottostante, senza che questa sia legata a nessun tipo di bene, di contratto o di servizio.
Cosa permette di guadagnare con il Forex?
Il Forex è un mercato di speculazione pura. A grandi linee (e avremo modo sicuramente di approfondire la questione più avanti) l’unico modo per guadagnare è quello di vendere una valuta ad un prezzo più alto di quello d’acquisto.
Questo vuol dire che, per portare a casa profitti dal Forex, dovremo vendere e comprare al momento giusto, cercando di anticipare rialzi e ribassi di una valuta nei confronti di un’altra valuta.
Sembrerebbe facile, ma in realtà a modificare l’andamento di una valuta nei confronti delle altre contribuiscono (e anche di questo potremo parlare più avanti) un gruppo piuttosto eterogeneo di variabili, di decisioni politiche e di conseguenze e cause economiche.
Che cos’è il tasso di cambio e come leggerlo
Il fondamentale, il valore che dovremo sempre avere sotto gli occhi per cercare di portare a casa un profitto nel forex, è il tasso di cambio.
Potremmo spendere ore a cercare di spiegarne la definizione, ma l’esempio pratico può sicuramente venire in nostro aiuto facendoci capire immediatamente di cosa stiamo parlando.
Immaginiamo di analizzare la coppia Forex Euro Dollaro: si tratta della coppia che vede acquistare euro contro dollari. Alla coppia in ogni momento è associato un tasso di cambio giornaliero, settimanale, mensile e così via.
Immaginiamo dunque di leggere EUR/USD 1,2500. Questo vuol dire che per acquistare un euro sarà in grado di acquistare 1,25 dollari
Immaginiamo ora di voler acquistare 5.000 dollari. Per calcolarne il valore in euro dovremo fare 5.000 / 1,25 = 4.000 euro.
Il movimento del tasso di cambio nel forex
Il tasso di cambio nel Forex si muove costantemente, agitato dalle forze della domanda e dell’offerta. Sebbene su coppie relativamente stabili (pensiamo a EUR/CHF, EUR/USD, EUR/JPY e EUR/GBP) sia difficile che in mancanza di notizie di carattere economico molto importanti i cambiamenti siano sostanziali, l’investitore/speculatore può trarre vantaggio anche dai movimenti minimi.
Il più democratico dei mercati
Il Forex attrae un enorme numero di investitori non perché sia la gallina dalle uova d’oro di cui moltissime pubblicità parlano. A rendere particolarmente attraente il forex per gli investitori di tutte le taglie è il fatto che si tratti di un mercato dalla capitalizzazione così alta e dal numero di interazioni così imponente dal rendere impossibile per chiunque alterare prezzi e andamenti da solo.
I mercati azionari ad esempio possono essere facilmente mossi da operazioni di insider trading oppure a causa di una OPA o della cessione di una percentuale rilevante di azioni da parte di un solo investitore.
Lo stesso può avvenire anche sui mercati secondari dei contratti, dove soprattutto per i titoli con sottostanti non comuni, un grosso investitore può contribuire a far aumentare il prezzo o farlo abbassare a proprio vantaggio.
Nel Forex trader, banche centrali, grandi multinazionali o istituti bancari, non possono fare il bello e il cattivo anche in caso di operatori di enormi dimensioni.
Questo vuol dire che fondamentalmente le condizioni sono uguali per tutti, sia per l’investitore che ha a disposizione capitali esigui, sia per la grande banca che invece interviene con milioni di euro più volte al giorno.
Una nota storica: il caso di Soros contro GBP e Lira Italiana
Chi ha una certa dimestichezza con i grandi eventi economici che hanno segnato la storia del Forex, si ricorderà sicuramente dell’attacco alla lira del 1992, guidato dal magnate Soros, che causò un immediato intervento della Banca d’Italia e la perdita da parte della lira stessa del 30% del valore.
Si tratta di una delle poche eccezioni alla situazione che abbiamo sopra descritto: in particolarissime condizioni e congiunture, un grosso gruppo di capitalisti può sicuramente arrivare a mettere in difficoltà una valuta. Gli eventi di questo genere però sono talmente rari da poter essere considerati delle eccezioni che confermano la regola.
Non si può pensare di incidere sul mercato del Forex strategico o meno che sia l’approccio: il Forex non ha padroni ed è difficilissimo per singoli o anche grandi gruppi organizzati agire per incidere sul mercato.
Cosa muove il tasso di cambio di una coppia di valute?
Il tasso di cambio è costantemente in movimento e il rialzo o il ribasso sono determinati da due forze principali:
- l’incremento dell’offerta o la diminuzione della domanda per una certa valuta, ne comportano la perdita di valore
- l’incremento della domanda o la diminuzione dell’offerta per una certa valuta ne comportano invece l’aumento di valore
Si tratta di una banalissima questione di domanda e offerta, dietro la quale però si nascondono moltissimi fattori che sono quelli in grado di condizionare le due forze in questione.
Ne analizzeremo i più importanti, quelle che per intenderci devono essere costantemente monitorati dall’investitore forex al fine di creare profitto per se stesso.
La quantità di moneta in circolazione
Operazioni inflazionistiche come ad esempio le manovre di quantitative easing, l’allargamento della base monetaria e anche, più volgarmente, la moneta stampata in misura maggiore da quanto i mercati richiedano, sono misure che aumentano la quantità di moneta in circolo di una determinata divisa. Tendenzialmente, più moneta c’è in giro, più la sua valuta di riferimento tenderà a valere meno.
Si tratta però, soprattutto nelle economie stabili dove la quantità di moneta in circolazione è attentamente tenuta sotto controllo dalla Banca Centrale di riferimento, di una variabile che ormai conta poco o quasi nulla.
L’eccezione vale per i paesi in via di sviluppo, dove la Banca Centrale può pagare pegno alla politica e dove la decisione di erogare più o meno moneta è spesso slegata dai motivi più squisitamente economici.
Anche nella UE e negli USA durante la crisi sono state messe in opera operazioni di Quantitative Easing, che altro non sono che l’immissione di enormi quantità di denaro liquido nel sistema (non tramite rotative in genere, ma piuttosto attraverso i canali elettronici) allo scopo di sostenere l’economia in difficoltà.
Questo tipo di operazioni tendono a deprezzare la valuta di riferimento: il Forex reagisce molto rapidamente a notizie di questo tipo, anche quando provengono da economie solide e stabili come quella USA o quella dell’area Euro.
La popolarità della valuta
Le monete che sono accettate come mezzo di pagamento per le materie prime e in generale per il commercio internazionale tendono ad avere un valore più alto, soprattutto in virtù del fatto che i mercati le richiedono anche per effettuare pagamenti.
È il caso tipico del dollaro statunitense, una valuta che oltre ad essere il riferimento per una delle principali economie mondiali, in moltissimi ambiti continua ad essere l’unica divisa accettata per lo scambio commerciale.
Le monete esotiche tendono a valere poco anche per questo motivo: sono difficilmente spendibili sul mercato internazionale e devono essere quasi sempre cambiate con dollari o euro per gli acquisti internazionali (import e export).
I fondamentali del Forex: i pips
Se hai già cominciato a leggere qualcosa relativo al forex info su forum o la voce forex Wikipedia, avrai già fatto conoscenza con il termine pip, un concetto di importanza fondamentale per calcolare i guadagni e le perdite, nonché per capire quando è il caso di aprire una posizione o meno.
Il PiP, acronimo che sta per Price Interest Point è la più piccola variazione di prezzo per una valuta. In modo omogeneo nel forex per ogni coppia di valuta si conta fino alla quarta cifra decimale, ovvero per l’euro 1,2345, fino al 5 che vi abbiamo indicato.
Le variazioni di PIP sono estremamente importanti, perché servono per calcolare il guadagno o la perdita che abbiamo realizzato con una posizione.
Anche qui fare un esempio pratico può essere di enorme aiuto:
- immaginiamo di aver acquistato EUR/USD a 1,2300
- successivamente la coppia si muove verso l’alto di 3 pip, e quindi mostra un prezzo di 1,2303
- il calcolo di quanto abbiamo guadagnato o perso va fatto moltiplicando il pip per un decimillesimo della somma
Se abbiamo investito 10000 euro, ogni pip ci farà perdere o guadagnare 1€, dato che 10000 x 0,0001 = 1 EUR. Se abbiamo investito 30.000 euro, con un solo pip guadagneremo o perderemo 3 euro, e così via.
Cosa sono i lotti nel forex?
Su ogni piattaforma Trading Forex, che si tratti di quelle messe a disposizione dalle banche tradizionali oppure che si tratti delle piattaforme più evolute che permettono di fare trading in tempo reale, troverete la grandezza minima dei lotti, una grandezza con la quale dovremo fare i conti ogni volta che andremo ad aprire o chiudere una posizione.
Il mercato è diventato piuttosto omogeneo in questo aspetto e quasi tutti i broker offrono lotti minimi da 1.000 euro o dollari americani, che possono essere tra le altre cose acquistati tramite leva finanziaria, andando ad investire una frazione della somma totale.
Quello del lotto, almeno per chi vuole acquistare, è un problema in realtà marginale, in quanto, come avremo modo di vedere più avanti, grazie alla leva finanziaria è possibile comprare lotti molto più grandi della propria capacità senza troppi problemi (e con controindicazioni che dovrebbero essere sempre tenute in debita considerazione, per evitare di perdere tutto il capitale in poche transazioni).
Tuttavia il buonsenso, dettato dagli investitori esperti di Forex, invita ad avere almeno un decimo del denaro che si investe in una determinata posizione e dunque:
- 100 euro almeno per posizioni da 1.000 unità di valuta
- 1000 euro almeno per posizioni da 10.000 unità di valuta
- 000 euro almeno per posizioni dai 100.000 unità di valuta
La leva finanziaria e la sua importanza nel forex
Ora passiamo ad affrontare quello che è l’aspetto forse più complesso per chi si avvicina per la prima volta agli investimenti forex: la leva.
Ogni broker oggi offre diversi tipi di leva, indicati da un rapporto numerico (200:1, 100:1, 50:1 e così via) che sta ad indicare la quantità di capitale necessaria, indicata a destra, per investire la somma che trovate invece riportata a sinistra del rapporto.
Con una leva di 100 a 1 dovremo depositare soltanto un euro per aprire una posizione di 100 dollari, così calcolando anche i multipli. Con 1000 euro potremo aprire posizioni fino a 100.000 euro, con 10.000 euro posizioni invece fino a 1.000.000 di euro etc.
Chi non conosce bene il funzionamento dei mercati finanziari sarà sicuramente stupito dalla possibilità che viene offerta, in modo assolutamente gratuito, dalle principali piattaforme di broking forex.
Non si tratta della benevolenza però della piattaforma, che decide di mettervi in mano capitali molto più cospicui di quelli che avete versato; si tratta invece di un artificio tecnico per permettere agli investitori di aprire posizioni molto superiori alle loro possibilità.
Come funziona la leva? E perché ci viene concessa?
In realtà si tratta di un sistema che è tutt’uno con l’elevata informatizzazione dei sistemi di trading. Il capitale che abbiamo realmente versato servirà infatti non a garantire copertura alla posizione che avremo aperto, ma piuttosto alle eventuali perdite che la nostra posizione ha registrato.
Immaginiamo di aver ottenuto dal nostro broker una leva 100:1, il che vuol dire che possiamo aprire posizioni 100 volte superiori al capitale versato. Immaginiamo di aver versato 1.000 euro sulla piattaforma. Apriamo contestualmente una posizione per 100.000 euro su EUR/USD a 1,2102.
Dopo pochi minuti chiudiamo la posizione a 1,2122, con una differenza di 20 pip rispetto alla partenza. Come sappiamo dalla formula che abbiamo mostrato sopra, per calcolare il nostro guadagno dovremo calcolare:
Capitale con leva * 0.0001 * pip = 100.000 * 0.0001 * 20 = 200 euro
Abbiamo così a nostra disposizione adesso nel conto 200 euro in più, per un totale di 1.200 euro. È stato un ottimo affare ma non sempre le cose vanno così nel forex e dunque dovremo per forza di cose analizzare anche il caso inverso, ovvero quando purtroppo la coppia si muove in senso inverso rispetto a quello che avevamo preventivato.
Ripetiamo la situazione di prima: 100.000 euro in BUY su EUR/USD
a 1,2102. Dopo 30 minuti la coppia invece si attesta a 1,2082 e decidiamo di chiudere la nostra posizione. Il calcolo sarà di nuovo come quello che abbiamo indicato poco sopra.
Capitale con leva * 0.0001 * pip = 100.000 * 0.0001 * – 20 = – 200 euro
Avremo 200 euro di capitale in meno nel nostro conto e quindi dai 1.000 euro di partenza ne saranno rimasti 800.
Fin qui è tutto chiaro, ma dato che potremmo tenere una posizione aperta per lunghi periodi, i movimenti delle valute potrebbero essere molto superiori ai 20 pip dell’esempio. Cosa succede quando le nostre perdite sulla posizione sono superiori rispetto al capitale che abbiamo effettivamente versato?
Immaginiamo di aver aperto una posizione buy EUR/USD a 1,1200 con 100.000, in leva 100:1 e avendo sul nostro conto a disposizione solo mille euro. Immaginiamo anche che dopo un annuncio della BCE sull’ennesimo piano di quantitative easing le quotazioni dell’euro siano crollate e che dunque ci troviamo ad aver perso oltre 100 pip.
Il nuovo valore per la coppia è di, ad esempio 1,0700 (si tratta di variazioni, badate bene, possibili anche per coppie relativamente stabili anche per le coppie stabili come EUR/USD). Facciamo il calcolo che abbiamo fatto prima:
Capitale con leva * 0.0001 * pip = 100.000 * 0.0001 * – 500 = siamo a – 5000 euro, una somma che non possiamo coprire.
Che fare allora? La situazione di cui sopra è in realtà impossibile perché la piattaforma una volta che avrete superato i 999 euro di perdita (e dunque il capitale che avete realmente a disposizione) chiuderà la vostra posizione in automatico. Ci troveremo senza soldi, ma anche senza debiti.
Si tratta del concetto di margine, che è fondamentale per permettere ai broker di darvi leve come quelle descritte sopra. Con una leva 100:1, nel caso in cui vogliate aprire una posizione da 100.000 EUR su EUR/USD, il vostro broker accantonerà una somma di 1.000 EUR (la posizione / la leva) e la terrà da parte sotto forma di margine.
Quando le perdite potenziali della vostra posizione raggiungeranno il valore accantonato come margine, la posizione verrà chiusa automaticamente e avrete perso tutto quello avevate messo a garanzia della leva.
La leva come (pericolosissimo) moltiplicatore
Gli investitori alle prime armi tendono ad entusiasmarsi oltre modo per la leva, che permette di giocare subito “con i grandi” anche a fronte di capitali versati di entità estremamente misera.
Si tratta in realtà, e molti purtroppo lo imparano perdendo il grosso delle somme versate, di un arma a doppio taglio, che permette sì di moltiplicare i guadagni, ma anche di moltiplicare le perdite.
Nel rapporto della leva (200:1, 100:1, 10:1) dovreste trattare la parte sinistra come il moltiplicatore dei guadagni e delle perdite. Investendo con una leva di 200 a 1 moltiplicherete i movimenti per 200, con una leva di 100 a 1 per 100 etc.
Sembrerebbe la ricetta perfetta per diventare ricchi con un paio di operazioni, ma molto spesso al contrario si traduce in una ricetta perfetta per perdere tutto quello che si era versato.
Nessuno ha intenzione di fare terrorismo finanziario qui, anche se è nostro compito avvisarvi su quelle che sono le possibili conseguenze di un uso sconsiderato della leva finanziaria, soprattutto durante le prime esperienze nel mondo del mercato valutario.
La sottocapitalizzazione: la causa principale di fallimento per i principianti
In verità la leva rema contro le possibilità di successo di chi ha appena cominciato con il Forex. Si tratta di uno strumento infatti che fornisce la falsa convinzione che si possa entrare nel Forex con capitali estremamente bassi (alcuni broker accettano ormai anche conti con 50 euro di deposito).
Si tratta di una pessima scelta e non perché, o meglio non soltanto per l’effetto della leva, ma perché sul Forex è necessario avere un capitale sufficiente a sopportare la volatilità del mercato stesso.
Lavorare con leve troppo alte non è la soluzione per chi non ha capitali da investire, ma piuttosto una ricetta perfetta per fallire ancora prima di cominciare.
L’utilità delle piattaforme forex in demo
Il grosso dei broker, che si tratti di operatori sul suolo italiano oppure di operatori stranieri, offre oggi la possibilità di utilizzare la piattaforma in modalità demo: le valute si muoveranno seguendo il reale andamento di mercato e saremo messi davanti alla possibilità di usare la piattaforma (e le sue funzionalità) in modo completo, senza però investire neanche 1 euro dei nostri risparmi.
Le piattaforme demo usano infatti valuta virtuale e hanno come unico scopo quello di fornire una sorta di playground, per dirla come fanno gli americani, ovvero un ambiente sicuro dove muovere i primi passi senza rischiare capitali e dove imparare quantomeno i fondamentali.
Il nostro consiglio è quello di ricorrere all’utilizzo delle piattaforme demo il più possibile, dato che si tratta di un’ottima scuola, la più vera, e un passo necessario prima di cominciare ad investire nel forex sul serio, con soldi veri e sudati.
Se la piattaforma che avete scelto per le vostre operazioni non permette di agire in DEMO, il nostro consiglio è quello di orientarti verso piattaforme che lo permettano, dato che non solo per imparare il mercato, ma anche le funzionalità del software, è assolutamente necessario fare un po’ di pratica.
Chi fosse comunque ostinato nella sua scelta, può cominciare ad investire con lotti minimi, conscio però del fatto che i soldi che eventualmente si andranno a perdere saranno persi per sempre.
Il ciclo del Forex dopo una notizia importante: panico, aggiustamento e trend
Chi ha intenzione di operare sul Forex in modo proficuo dovrebbe anche sforzarsi di comprendere quali sono gli stati d’animo che muovono il mercato: dopotutto il grosso degli investimenti, soprattutto sul breve, avvengono non per scelte estremamente oculate, ma anche ascoltando un po’ la pancia.
Inoltre, anche l’investitore più attento non può fare il salmone e andare controcorrente, quindi anche dei movimenti di piccola entità dettati dal panico finiscono per essere seguiti dal grosso degli investitori.
Quando arriva una notizia che sia rilevante per il Forex (e si può trattare di modificazioni dei tassi di interesse, di dati sulla disoccupazione e sulla produttività, del prezzo delle materie prime e di tantissime altre variabili) il mercato agisce secondo un pattern che gli investitori più esperti riescono ormai a riconoscere quasi sempre:
- prima arriva il panico: le posizioni cominciano a muoversi tutte, anche per distanze ingiustificate, nel senso che la notizia lascia intendere. Un movimento del tasso di interesse che comporterebbe la diminuzione del valore dell’EUR, ad esempio, apre scenari di vendita forsennata e di chiusura razionalmente insensata (oltre certi limiti) delle posizioni che riguardano questa valuta in BUY. Il prezzo può scendere di parecchio, anche in pochi minuti
- poi arriva l’aggiustamento: con i primi investitori che si rendono conto che la valuta investita dall’ondata di panico si è effettivamente svalutata troppo ed è giunto dunque il momento di tornare a comprare. Quest’ondata di acquisti può spingere la valuta anche sopra al suo punto corretto di equilibrio, dando luogo ad altre vendite etc. C’è un momento di aggiustamento che può durare un tempo indefinito e che vede la coppia muoversi al rialzo o al ribasso in modo quasi schizofrenico
- infine arriva il trend: una volta che i mercati hanno metabolizzato la notizia, la situazione riprendere un corso normale e la coppia torna a muoversi secondo dei trend
Conoscere il meccanismo di cui sopra è importante per tutti coloro i quali vogliano davvero fare i soldi con il Forex, perché i guadagni si nascondono tutti nello stesso modus operandi: anticipare questi movimenti per trarne il maggior beneficio possibile.
Non si tratta di qualcosa di facile: si tratta infatti di un mix di competenze, di conoscenze economiche e di istinto che sono poi la differenza tra un investitore di successo, un altro che vive di alti e bassi e quello che invece continua a perdere capitali nel mercato valutario.
Per chi è adatto l’investimento nel forex?
Senza dipingere un quadro più fosco di quello che effettivamente è, dobbiamo sicuramente sottolineare il fatto che il Forex non è un mercato adatto a chi:
- si aspetta rendimenti certi e costanti
- non è in grado di operare con frequenza sul mercato
- non è in grado di interpretare le notizie macroeconomiche
- non ha tempo, voglia o competenze per seguire l’andamento dei principali mercati finanziari
Chi è alla ricerca di investimenti dalla rendita stabile, dal guadagno quantificabile e certo, dovrebbe orientarsi verso altri mercati e verso altre tipologie di investimento o speculazione.
L’analisi del Forex: grafici, candle stick, Fibonacci
Il forex gode di un nutrito manipolo di appassionati, che negli anni hanno sviluppato diversi strumenti, alcuni attendibili altri forse meno, per l’analisi dell’andamento del mercato:
- l’analisi del grafico rimane lo strumento principe per chi voglia davvero capire qualcosa di quello che sta succedendo. Oltre al grafico per punti sul piano cartesiano sono molto diffuse anche le candlestick, ovvero un tipo particolare di grafico che abbina volumi ad andamento e che offre informazioni aggiuntive rispetto al mero grafico standard;
- il grafico dei volumi di vendita è altrettanto importante, perché permette di capire quanto i mercati siano in “stato di agitazione” e quanta valuta passa per le mani degli investitori. In seguito a notizie importanti i volumi di vendita in genere si alzano immediatamente e possono in genere segnalare la presenza di instabilità del valore della coppia in questione
- si utilizzano anche tecniche piuttosto bizzarre, come la popolare sequenza di Fibonacci, ricavata dalla serie del matematico pisano e che secondo alcuni, che sono pronti a giurarci, sarebbe in grado di dare previsioni piuttosto accurate dei futuri movimenti delle coppie
- le analisi extra-forex, ovvero i report economici sui paesi coinvolti, i report delle banche centrali e gli annunci di carattere monetario o macro-economico; si tratta forse del fattore di più alto impatto, dato che le formule per l’analisi dei grafici lasciano il tempo che trovano e sebbene nel brevissimo periodo possano offrire qualche strumento utile, devono soccombere ogni volta che una notizia importante arriva dall’estero del mercato valutario
Si può diventare ricchi con il trading online nel Forex?
Complici anche le pubblicità che tutti avrete visto almeno una volta nella vostra vita, intorno al trading online Forex circolano diverse leggende:
- c’è chi crede si tratti di una truffa come tante che circolano in rete a tema finanziario: dietro il forex non ci sarebbe nulla di legittimo, ma solo un modo per organizzazioni di truffatori di spillare soldi al malcapitato di turno
- c’è invece al contrario chi crede, bevendosi un po’ le pubblicità, di poter diventare milionario lavorando da casa, appunto, con il forex
La verità non sta nel mezzo e non ha nulla a che fare con quanto abbiamo appena scritto sopra. Il Forex è un mercato legittimo, che svolge una funzione fondamentale all’interno del sistema economico post Bretton Woods e nel quale si può anche cercare di speculare per portare a casa qualche guadagno.
Non si tratta di investimenti in attività produttive, né tantomeno in azioni di aziende. Non ci sono rendimenti garantiti e non ci sono sottostanti: si scambia denaro per altro denaro, cercando di registrare un guadagno in futuro.
Si può diventare ricchi con il forex? C’è sicuramente la possibilità di sbarcare il lunario sul mercato valutario, anche se non è sicuramente una possibilità per tutti: serve studiare, serve un buon istinto e serve esperienza, una combinazione di fattori che difficilmente si riesce ad ottenere in poco tempo, come le pubblicità vorrebbero farci credere.
Ad ogni modo no, il Forex non è una truffa, ma un mercato legittimo e soprattutto necessario per il corretto funzionamento dell’economia internazionale. Questo non vuol dire che non ci siano truffe che sfruttano la popolarità del forex, quindi, prima di affidare i tuoi risparmi o il denaro per i tuoi investimenti ad un sedicente broker, leggi la breve guida Trading Forex che troverai subito di seguito, per la scelta della piattaforma e del broker giusti per il tuo trading online.
Come scegliere broker e piattaforma per il trading online Forex
Le scelte per un buon broker / piattaforma per il trading online forex sono praticamente infinite, anche in Europa, dove le regolamentazioni sono piuttosto restrittive e sono necessari screening particolarmente lunghi per le agenzie e per i broker prima di poter essere abilitati ad operare in area EURO.
Se ti stai avvicinando per la prima volta al mondo del Forex, quali dovrebbero essere i criteri importanti per scegliere il referente giusto? Come dovresti muoverti?
Innanzitutto comincia dal fare una ricerca. Dovrai compilare una lista dei broker che ti interessano per condizioni, per affidabilità (leggere le recensioni su internet è il punto di partenza fondamentale), per costi collegati.
Successivamente dovrai controllare la loro registrazione presso le autorità rilevanti. Se si tratta di un’azienda inglese, dovrai controllare la registrazione presso il FSA, il Financial Service Authority.
Dovrai controllare la leva offerta (anche se poco sopra ti abbiamo detto perché dovresti fare attenzione alla leva). Dovrai anche controllare i minimi che ti serviranno per aprire un conto sulla piattaforma.
Successivamente, prima comunque di cominciare ad investire, il nostro consiglio è quello di aprire un account DEMO sulla piattaforma che hai ritenuto la migliore per le tue esigenze. Anche nel caso in cui tu dovessi trovarti estremamente bene, prova anche la seconda e la terza scelta della tua lista: prima di investire denaro vero, meglio essere sicuri di quello che si va a scegliere e di essere davanti ad una piattaforma che riusciremo davvero ad utilizzare al meglio.
A scopo di tassazione, come vedremo tra pochissimo, una piattaforma che permette di ottenere in modo rapido informazioni sui guadagni conseguiti nel corso dell’anno, è di grande aiuto per chi dovrà compilare la propria dichiarazione dei redditi per registrare i guadagni così conseguiti.
Quante tasse si pagano sul Forex?
Dal 2010 i guadagni fatti sul forex sono stati equiparati a quelli che si ottengono con gli strumenti derivati, cosa con cui, per quanto economicamente e sul piano finanziario possa non avere senso, dovremo comunque fare i conti.
L’aliquota da applicare sui guadagni fatti con il forex è del 20%, che deve essere calcolato non su ogni guadagno, ma sul totale dei guadagni ai quali fanno sottratte le perdite sostenute durante l’anno.
Le piattaforme broker dei gruppi che sono autorizzati ad operare nel nostro Paese offrono in genere delle modalità semplici per la consultazione, anno fiscale per anno fiscale, di quanto abbiamo guadagnato.
I broker e le piattaforme non agiscono come sostituti di imposta (se non in rarissimi casi) e dunque starà a noi inserire i guadagni conseguiti all’interno della nostra dichiarazione dei redditi.
Le tasse che si pagano sono dunque in linea con gli altri strumenti finanziari di speculazione e non ci sono, almeno sotto questo preciso aspetto, vantaggi sostanziali del Forex rispetto agli altri mercati di contratti come derivati e futures.
Se ti senti pronto ad iniziare puoi aprire un account DEMO gratuito, in alternativa ti proponiamo di leggere articoli su investimenti più sicuri come i BOT.
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