fondi pensione, fondo pensionistico

Oggi voglio parlarti di fondi pensione, una forma di previdenza integrativa che ha preso piede (finalmente?) anche nel nostro Paese, diventando una scelta sempre più comune per moltissimi lavoratori.

Dopotutto tutti temono di trovarsi, una volta interrotta per sempre l’attività lavorativa, senza mezzi adeguati per il sostentamento, e i fondi pensione, come avrai modo di vedere tra pochissimo, cercano di ovviare proprio a questo problema fornendo una integrazione a quelle che sono le prestazioni pensionistiche offerte dal settore pubblico, nello specifico dall’INPS.

Vediamo insieme quali sono le caratteristiche di questo specifico tipo di previdenza integrativa, quando sono convenienti e quando invece non lo sono, quali sono gli eventuali vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo tipo di strumenti di risparmio e di investimento.

Che cosa sono i fondi pensione

I fondi pensione sono dei fondi gestiti nei quali confluiscono somme che possono derivare dalla contribuzione libera del lavoratore, dalla contribuzione libera del datore di lavoro (o del committente) oppure ancora dal trattamento di fine rapporto.

Nel primo e nel secondo caso, le somme da versare al fondo pensione possono essere determinate sia da accordi collettivi sia da accordi sindacali, ed è permesso, anche in assenza di accordi di questo tipo, al datore di lavoro e al lavoratore singolo accordarsi per una contribuzione verso un fondo pensione.

I fondi pensione sono a tutti gli effetti dei fondi gestiti, ovvero dei patrimoni raccolti presso il pubblico che vengono poi amministrati e investiti da società di gestione.

Le somme vengono investite su mercati che possiamo ritenere come di rischio medio-alto, senza che il fondo debba necessariamente provvedere all’assicurazione del capitale. Per capirci, il fondo ha relativa libertà nello scegliere gli strumenti nei quali investire con il denaro raccolto presso i lavoratori.

Esistono tuttavia delle regole relativamente stringenti per quanto riguarda le possibilità di investimento dei capitali dei fondi, e sono fissate dalle legge nel modo che segue:

  • Si può investire fino al 50% in mercati regolamentati (e quindi non OTC) in Europa, Canada, Stati uniti e Giappone.
  • Si può investire fino al 20% in titoli di debito che non sono trattati su mercati regolamentati, ma che vengono emessi comunque da soggetti che sono residenti nei paesi e nelle aree appena citate.
  • Si può investire un massimo del 5% in titoli di debito emessi da soggetti che non risiedono in un Paese OCSE.

Esistono dunque delle limitazioni per quanto riguarda la tipologia di strumenti che possono essere scelti dalla gestione del fondo, limitazioni che sono state inserite al fine, almeno sulla carta, di ridurre il profilo di rischio di tali strumenti.

Il profilo di rischio può comunque, in presenza di determinate scelte di composizione del portafoglio, rimanere molto alto.

Fondi pensione chiusi

I fondi chiusi sono quei fondi la cui partecipazione è riservata a determinate e specifiche categorie di lavori in senso sindacale. È l’esempio di Fondapi e Cometa, che sono riservate ai lavoratori con contratto da metalmeccanici, così come il caso di Fonchim per chi invece ha un contratto del settore chimico.

Fondi pensione aperti

I fondi pensione aperti sono invece “aperti a tutti”, nel senso che vengono offerti da banche, assicurazioni e società di gestione che aprono a tutti la partecipazione a tali fondi gestiti.

Si può aderire tipicamente su base individuale, ovvero con una scelta che è personale del lavoratore, anche se non mancano fondi che accettano adesioni collettive aziendali, che vengono in genere negoziate dalla gestione dell’azienda stessa.

I contributi versati nei fondi pensione aperti sono da considerarsi come deducibili fino ad un limite massimo di 5.164,57 euro, con un regime di ulteriore favore che è invece accordato ai lavoratori che hanno avuto come data di prima assunzione una data successiva al 1° Gennaio 2017.

Fondi pensione postali

Anche Poste Italiane offre diversi tipi di prodotti in stile “fondo pensione”, verso i quali è possibile contribuire nelle stesse identiche modalità che sono previste per i fondi pensione aperti.

Non ci sono differenze sostanziali tra quelli che sono i fondi aperti offerti da banche e società di assicurazione, e fondi pensione di tipo postale. Valgono dunque tutte le avvertenze e tutte le caratteristiche che ho elencato poco sopra.

Poste Italiane va considerato come un attore privato sul mercato del risparmio, che non offre garanzie di sorta ulteriori a quelle delle banche, sebbene sia una società ad oggi partecipata in modo ancora consistente dalle casse dello Stato.

Confronto fondi pensione: quali sono i fattori più importanti

La comparazione tra diversi fondi pensione ha senso soltanto nell’ambito dei fondi pensione aperti, che sono praticamente gli unici a regime di libero mercato.

Quando si tratta infatti di fondi chiusi, ha poco senso compararli, in quanto sono appunto aperti soltanto ad alcune categorie di lavoratori.

I fattori di cui tenere conto sono fondamentalmente due:

  • Composizione del portafoglio: anche se le società di gestione hanno una consistente libertà per quanto riguarda la scelta degli strumenti, tipicamente si dotano di regolamenti ulteriori che indicano che tipologia di fondo vanno a gestire; ogni fondo è dunque gestito secondo un regolamento relativamente accurato, secondo il quale il fondo poi avrà un certo profilo di rischio. L’analisi del portafoglio presente e, possibilmente, futuro è di fondamentale importanza. È secondo questo infatti che potrai scegliere un fondo pensione che offra rischi in linea con le tue esigenze.
  • Piano di ritorno e rendimenti: anche se i rendimenti passati non sono mai e poi mai garanzia dei rendimenti futuri, analizzare i risultati della società di gestione può offrirti una fotografia relativamente interessante sulle capacità di gestione che sono imputabili alla SGR; è sempre preferibile scegliere SGR che siano operative sul mercato da tempo e che possano offrirti una certa solidità.

I rendimenti dei fondi pensione

I rendimenti offerti dai fondi pensione sono incerti, nel senso che si tratta di fondi che andranno ad operare sui mercati, e che renderanno a seconda della bontà dell’investimento stesso.

Sei dunque davanti ad uno strumento che ha dei rendimenti non misurabili in anticipo: tipicamente più è alto il rischio, più è alto il potenziale rendimento.

Questo vuol dire che scegliendo fondi pensione con un profilo di rischio più alto, si potrebbe guadagnare di più (e di conseguenza perdere altrettanto!).

Fondi pensione e TFR

Con l’ultima riforma delle contribuzioni a favore del lavoratore, il TRF (trattamento di fine rapporto) può essere destinato ad un fondo pensione.

Si tratta di una possibilità che può essere interessante per il lavoratore, nella misura in cui il denaro viene messo a fruttare invece che morire nelle casse della società che offre lavoro.

Lasciare il TFR in azienda è statisticamente meno conveniente, soprattutto qualora dovessi paragonare gli andamenti dei fondi chiusi rispetto appunto al denaro attaccato dall’inflazione.

È per questo motivo che il fondo pensione chiuso continua a riscuotere sempre un maggiore successo tra i lavoratori dipendenti, soprattutto tra quelli che possono appunto godere della possibilità di aderire ad un fondo chiuso.

Tassazione dei fondi pensione

La tassazione dei fondi pensione è quanto forse di più interessante c’è riguardo questo particolare strumento. Parliamo infatti di fondi i cui contribuiti sono deducibili dall’imponibile per un massimo annuo di 5.164,57 euro.

Questo vuol dire che fino a questa somma abbasserai il tuo reddito imponibile e dunque anche le tasse che dovrai pagare.

Ci saranno poi da pagare le tasse sul TFR e sui contributi versati, ma in misura che varia dal 9 al 15%, contro una percentuale decisamente più alta per chi invece lascia il TFR in azienda.

Conviene partecipare ad un fondo pensione?

I fondi pensione possono essere molto convenienti per i lavoratori, soprattutto per coloro i quali vogliono sceglierli come destinazione alternativa per il TFR.

Per quanto riguarda invece le contribuzioni libere, siamo davanti ad uno strumento che è da considerare in pari con i fondi comuni di investimento, che ha rendimenti e costi simili a parità di composizione del portafoglio.

Stiamo comunque parlando di strumenti di risparmio gestito, dove la società di gestione ha a che pretendere delle commissioni sul capitale versato e gestito, a prescindere da quali siano i risultati che andranno ad essere conseguiti sul mercato.

Sui fondi pensione aperti siamo su costi che per i primi 2 anni incidono oltre il 2%, per poi orientarsi di media verso un 1,2% sul periodo lunghissimo.

Chi invece sceglie fondi chiusi, ha da pagare tipicamente molto meno, ovvero somme che si attestano intorno all’1,2% per i primi 2 anni e che scendono poi intorno allo 0,3% di media sui 35 anni.

I fondi chiusi sono dunque più convenienti, e decisamente una possibilità da cogliere al volo per chi ha interesse a questo tipo di strumenti.

Per i fondi pensione aperti, siamo nello stesso mare, o nello stesso acquitrino, dei fondi comuni di investimento: costi alti, rendimenti incerti, guadagno certo soltanto per le società di gestione.

Bene, se vuoi approfondire ancora di più l’argomento ti consiglio di leggere un ulteriore approfondimento sui fondi pensione cliccando qui, in alternativa puoi scoprire se la previdenza complementare può rivelarsi lo strumento adatto alle tue esigenze.


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