revidenza complementare

Hai mai sentito parlare di previdenza complementare?

Negli ultimi anni il sistema pensionistico pubblico ha subito dei profondi cambiamenti, primo fra tutti il fatto che l’importo della tua pensione non viene più stabilito in base al metodo retributivo, cioè in base all’importo della tua ultima retribuzione, ma con metodo contributivo.

Ciò significa che l’importo che riceverai come pensione sarà determinato in base al calcolo dei contributi versati durante tutta la vita, rivalutati in base al PIL.

Questo metodo fa sì che al momento in cui percepirai la tua pensione, questa potrebbe essere anche molto inferiore rispetto alla tua ultima retribuzione, comportando un calo del tuo tenore di vita.

Come ovviare a questo? Un sistema c’è e si chiama previdenza complementare.

Scopriamo insieme di cosa si tratta nei paragrafi che seguono!

Cos’è la previdenza complementare

La previdenza complementare, in verità, non è altro che un’ulteriore forma di risparmio per il cittadino che presenta anche un grande vantaggio: lo Stato infatti riconosce a chi aderisce ad un fondo previdenza complementare agevolazioni fiscali cui invece tutte le altre forme di risparmio (dai conti bancari ai piani di accumulo o polizze vita) non danno diritto.

Ma cosa significa, di fatto, ricorrere alla forma pensionistica complementare?

Significa, in parole povere, costruirsi nel tempo un’integrazione alla propria pensione pagando, nel contempo, meno tasse.

Volendo poi scendere nei particolari, questo tipo di previdenza, che non si sostituisce ma si aggiunge a quella obbligatoria, è costituita da un fondo collettivo o privato cui il lavoratore, durante tutto l’arco della sua vita professionale, fa confluire i propri contributi.

La previdenza complementare dunque è un sistema che ti garantirà, nel momento in cui andrai in pensione, una rendita aggiuntiva che sarà pari al totale delle quote volontarie versate più gli interessi maturati in  base alla gestione.

Considerato questo ultimo aspetto, si può dunque tranquillamente parlare di investimento di previdenza complementare, in quanto tutti i contributi che versi vengono di fatto investiti in un fondo privato che li rivaluta assicurandoti così una rendita finale superiore all’ammontare complessivo delle quote versate.

Ciò detto, ecco di seguito le principali differenze fra previdenza complementare e previdenza obbligatoria:

  • La previdenza complementare è volontaria, mentre quella obbligatoria deve essere versata per legge.
  • La previdenza complementare è basata su dei fondi che sono gestiti da soggetti di tipo privato, mentre quella obbligatoria è gestita dall’INPS.
  • La prestazione finale erogata dalla previdenza complementare corrisponde all’insieme delle somme versate durante tutto il periodo di contribuzione più i rendimenti maturati con il loro investimento, mentre la pensione obbligatoria si calcola su base contributiva.
  • La previdenza complementare infine è individuale, mentre quella obbligatoria è ripartita, cioè i contributi che versi sono usati per pagare le pensioni di tutti.

Come funziona la previdenza complementare

Il funzionamento della previdenza complementare è tutto sommato abbastanza semplice: il lavoratore versa periodicamente all’interno di un fondo privato delle somme di denaro dalla propria busta paga o dal proprio conto corrente, che a loro volta vengono investite nel mercato finanziario determinando così una rendita superiore alla somma complessiva dei contributi versati.previdenza complementare

Ma chi può di fatto usufruire di questa forma di previdenza?  La risposta è breve: tutti.

Non ci sono, infatti, limiti di accesso alla previdenza complementare ma tutti possono usufruirne:

  • Lavoratori dipendenti che operano nel settore privato.
  • Lavoratori pubblici.
  • Imprenditori.
  • Liberi professionisti.
  • Lavoratori con contratti atipici.
  • Coloro infine che non svolgono alcuna attività lavorativa e sono fiscalmente a carico.

Trattandosi di una forma pensionistica facoltativa, l’adesione al fondo dipende da una scelta volontaria del lavoratore; anche per le categorie professionali che hanno un fondo di categoria (ad esempio i metalmeccanici) è possibile scegliere se aderire a quello oppure far confluire i propri contributi volontari in un piano previdenziale individuale.

Quale fondo di previdenza complementare scegliere?

Per completezza d’informazione occorre dire che non esiste un unico fondo di previdenza complementare ma tre:

  1. I fondi chiusi, che corrispondono ai fondi pensione di categoria, chiamati così perché sono rivolti a gruppi specifici di lavoratori;
  2. I fondi aperti, destinati a tutti i lavoratori privi di fondi pensione di categoria;
  3. I piani pensionistici individuali, indicati dalla sigla “PIP”, vere e proprie polizze del mercato assicurativo.

Ciò che differenzia questi tre tipi di previdenza complementare è il soggetto che gestisce il fondo stesso:

  • I fondi chiusi sono gestiti tramite contratti collettivi fra i sindacati dei lavoratori e le associazioni di categoria dei datori di lavoro;
  • I fondi aperti sono invece gestiti da società finanziarie abilitate per legge;
  • I PIP sono prodotti del settore assicurativo, regolati e gestiti dalle stesse compagnie di assicurazione.

È bene sapere che la scelta fra quale di queste tipologie di fondi aderire da parte di un lavoratore dipendente è, come ho scritto nel paragrafo precedente, del tutto autonoma.

Scegliendo però di aderire ad un fondo di categoria chiuso, laddove presente, il lavoratore ha il vantaggio di godere di un contributo anche da parte del datore di lavoro (laddove ovviamente previsto dalla contrattazione collettiva).

Si può tuttavia sospendere in ogni momento la contribuzione anche se, optando per un fondo aperto o un piano assicurativo individuale, si perderà la parte di contributo versata dal datore di lavoro.

Ma le differenze fra fondi chiusi, fondi aperti e PIP non finiscono qui: i fondi istituiti per categorie specifiche di lavoratori e i fondi aperti destinati a lavoratori dipendenti e di cooperative sono infatti detti a contribuzione definita, mentre i fondi aperti per lavoratori autonomi e liberi professionisti ed i piani pensionistici individuali sono detti invece a prestazione definita.

Qual è la differenza? È molto facile da comprendere: nei fondi a contribuzione definita viene fissato l’importo del contributo da versare, ma non si dice nulla circa l’entità della prestazione che sarà versata al momento di andare in pensione.

Nei fondi invece a prestazione definita, viene fissato solo l’obiettivo finale e i contributi vengono calcolati di volta in volta al fine di conseguire questo obiettivo.

Come detrarre la previdenza complementare

Parliamo ora di deducibilità della previdenza complementare, argomento che di sicuro catturerà la tua attenzione perché rappresenta un vantaggio concreto.

Vediamo nello specifico quali sono questi vantaggi:

  • Nella fase di contribuzione, tutti i contributi versati nelle forme pensionistiche complementari sono deducibili dalle tasse entro i limiti fissati dalla legge.
  • Per quello che concerne i rendimenti maturati anno dopo anno, c’è da dire che i rendimenti dei fondi pensione sono tassati con un’aliquota più bassa rispetto alle altre più comuni forme di risparmio.
  • Per quello che riguarda l’erogazione delle prestazioni e i rendimenti finanziari maturati dalla gestione del fondo, anche in questo caso la tassazione della previdenza complementare risulta più vantaggiosa rispetto ad altri tipi di rendita nella maggior parte dei casi.

In particolare, per il 2018, il limite di deducibilità annuale dei contributi versati nei fondi pensione è pari a 5.164,57 euro e comprende sia i contributi versati dal lavoratore sia quelli erogati dal datore di lavoro.

Per quello che concerne invece la tassazione dei rendimenti finanziari scaturiti dall’investimento in forme di previdenza complementare, la legge ha fissato un’imposta sostitutiva con aliquota del 20% anziché del 26 come solitamente avviene per le altre forme di risparmio non previdenziale.

A loro volta le prestazioni beneficiano di una fiscalità di vantaggio con aliquota del 15%, riducibile ogni anno dello 0,30% fino ad arrivare ad un minimo del 9%.

Quando conviene il fondo complementare?

Senza dubbio, assicurarti una rendita che vada integrare la tua pensione non può che essere visto come un qualcosa di positivo, considerando che col sistema contributivo rischi davvero di andare incontro ad un abbassamento del tuo tenore di vita.

Tuttavia, dato che i contributi che versi in un fondo di previdenza complementare sono investiti nel mercato finanziario, c’è sempre un minimo di incertezza su quello che riceverai in cambio alla fine.

Questo è vero soprattutto per i fondi a contribuzione definita, dove non c’è l’obbligo di capitale garantito (a parte le quota di TFR per la quale sussiste un fondo di garanzia): per intendersi, se il fondo fallisce, puoi dire addio anche alla tua pensione integrativa.

Anche i PIP, che sono invece a prestazione garantita, presentano però degli svantaggi: è sempre bene ad esempio dare una lettura approfondita al contratto in quanto possono essere previsti al suo interno dei costi di gestione, di ingresso e di uscita talvolta anche abbastanza elevati

Inoltre i piani pensionistici individuali, essendo prodotti del mercato assicurativo, hanno delle caratteristiche molto rigide e qualora avessi bisogno di ritirarne una parte delle quote versate per fare fronte ad un’emergenza potresti avere qualche difficoltà.

Il ritiro anticipato delle quote di una polizza di previdenza complementare è possibile infatti solo in casi molto particolari (malattie gravi, invalidità permanente oltre una certa soglia o perdita del posto di lavoro per più di 48 mesi) oppure, se hai superato gli 8 anni di contribuzione, ma con percentuali limitate e solo per alcune tipologie di spese ben definite (75% per acquisto o ristrutturazione della casa e 30% per altre spese documentate).

Bene, la mia guida sulla previdenza complementare è finita. Vuoi saperne di più sui fondi previdenziali? Allora leggi la guida completa ai fondi pensionistici e scegli la soluzione su misura per te!


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